Il Terzo Settore è un campo in continua crescita e sviluppo: lo dimostrano anche i dati diffusi dall’Istat, che ha presentato un set di informazioni riguardanti le risorse umane impiegate in questo settore. Al 31/12/2011 le onp attive in Italia sono 301.191 (il 28% in più rispetto al 2001); il personale dipendente cresce al 39,4%; il settore conta un contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari (il 43% in più rispetto al 2001); sono 681.000 i dipendenti e 19.000 i giovani del servizio civile.

Il profilo delle istituzioni non profit Censimento Istat

Per lungo tempo si è atteso l’avvio di un processo di riforma necessario e urgente, capace di ridefinire e chiarire gli ambiti del Terzo Settore, realizzando un ripensamento relativo a misure e regolamentazioni in grado di generare un nuovo sviluppo e di supportare concretamente la sua crescita.

Oggi sembra essere arrivato il momento tanto invocato, siamo forse in procinto di uscire da un limbo nel quale il mondo del non profit ha atteso a lungo. Il disegno di legge delega di riforma del Terzo Settore, presentato i primi giorni di agosto del 2014 dopo una fase di consultazione pubblica con i soggetti interessati, ha iniziato il suo iter parlamentare a ottobre all’interno della Commissione Affari Sociali, con l’esame del testo di legge e il suo successivo passaggio al vaglio di associazioni e organizzazioni. L’incontro ha generato opinioni e pareri contrastanti tra chi rimane perplesso sulla sostanza e chi invece mostra apprezzamento sulla strutturazione della riforma, ma unanimi nel condividere lo stesso pensiero relativo all’importanza di concepire un quadro ordinato e coerente dell’economia sociale.

In ballo ci sono questioni che toccano aree di grande interesse: dalla stabilizzazione del 5 per mille, al servizio civile, alle leggi su impresa sociale e volontariato. Le linee di azione che il Governo intende intraprendere riguardano principalmente:

  • la revisione della dottrina delle istituzioni private senza scopo di lucro, con l’obiettivo di riorganizzare e riordinare le disposizioni tributarie e la normativa sulle Onlus;
  • il rilancio dell’impresa sociale;
  • la definizione di una nuova disciplina del Servizio Civile Nazionale;
  • la riflessione sulle varie misure di sostegno, come il 5 per mille, che la Legge di stabilità 2015 (Legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha provveduto a regolamentare (il fondo è stato innalzato dai 400 milioni a 500 milioni dal 2015 in avanti; è stata stabilizzata la regolamentazione relativa ai partecipanti ed alle modalità di accesso, quindi non sarà necessario attendere la legge di stabilizzazione per la confermare l’agevolazione; i ministeri coinvolti nell’erogazione delle somme hanno l’obbligo di pubblicare le rendicontazioni dei vari enti).

Temi scottanti trattati in un disegno di legge dove sembra certa la volontà di impegnarsi attraverso un rinnovamento che interessa più fronti, da quello civilistico a quello normativo. A destare dubbi è soprattutto il versante delle coperture finanziarie dei provvedimenti, a cui sono destinate scarse risorse, che lasciano pensare alla possibilità, non così remota, che il tutto rimanga solo un’intenzione. Modesto anche il legame col welfare e il rapporto con il territorio.

Conquista invece il proposito di mettere mano alla giurisdizione degli enti non profit in base all’ambito di attività, oggi suddivisi in 300 registri differenti, ed il superamento della concezione di Onlus come qualifica esclusivamente connessa all’aspetto fiscale.

Al Governo spetterà l’emanazione delle norme attuative, traducendo questi principi in decreti legislativi che definiranno un quadro di indirizzo, lasciando alle Regioni i provvedimenti attuativi.

renzi_twitter_riforma_terzo_settoreDai primi tweet di Renzi, si sta proseguendo l’iter sulle riforme con qualche ritardo rispetto a quanto originariamente stabilito. La Commissione Affari Sociali ha riaperto i lavori ai primi di gennaio per il riesame della documentazione, che sarà trasmessa in contemporanea anche al Ministero del Welfare. Sono 430 gli emendamenti presentati alla riforma del Terzo Settore, con modifiche che riguardano in particolar modo l’impresa sociale. L’impegno è di portare il testo in Aula entro i primi giorni di marzo.

Sarà davvero #lavoltabuona?