In Italia la diffusione della rendicontazione sociale è un fenomeno relativamente recente, soprattutto se lo intendiamo come un processo in grado di coinvolgere tutte le tipologie di organizzazioni. Se limitato agli aspetti economici, finanziari e patrimoniali, come quella del Bilancio di esercizio, lo strumento bilancio non risulta sufficiente a soddisfare le esigenze informative percepite dagli stakeholder interni ed esterni all’organizzazione e tale carenza risulta particolarmente rilevante nel caso del mondo non profit. Per un’impresa for profit, infatti, il bilancio di esercizio fornisce informazioni fortemente significative rispetto al grado di realizzazione della propria finalità, mentre non si può dire lo stesso per un ente non lucrativo, per il quale gli aspetti economici sono strumentali rispetto al perseguimento della propria missione istituzionale.
Si definisce cooperativa una associazione autonoma di persone unite volontariamente per soddisfare le loro aspirazioni e bisogni economici, sociali e culturali comuni attraverso la creazione di un’impresa di proprietà comune e democraticamente controllata.
In particolare, la sottospecie delle cooperative sociali è disciplinata dalla legge 8 novembre 1991, n. 381. Lo scopo da queste perseguite è il raggiungimento dell’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso attività di gestione di servizi socio-sanitari ed educativi (tipo A) e/o attività diverse finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate (tipo B). Per il secondo tipo di cooperativa è previsto l’obbligo di inserimento di persone svantaggiate per una percentuale minima del 30% sul totale dei lavoratori. Le cooperative devono operare nell’uno o nell’altro settore, ma non in entrambi, a meno che le attività rientranti nelle aree A e B siano tra loro funzionalmente collegate. Oltre ai soci ordinari e sovventori, è prevista la possibile presenza di soci volontari in numero non superiore alla metà della base sociale.
Le cooperative sociali sono vere e proprie strutture imprenditoriali che, per raggiungere finalità di solidarietà sociale e di benessere collettivo, ottimizzano per efficacia ed efficienza l’impiego delle risorse economico-finanziarie a disposizione.
Nella vigente normativa nazionale le cooperative sociali sono tenute alla redazione dei libri e delle scritture contabili prescritti dall’art. 2214 c.c., validi per ogni imprenditore commerciale, inoltre il bilancio deve essere predisposto secondo quanto previsto dagli artt. 2424 e 2425 del Codice Civile. A livello nazionale il bilancio sociale è invece uno strumento a stesura volontaria per gran parte delle organizzazioni non profit (ad eccezione di imprese sociali e fondazioni bancarie), ma in alcune Regioni sono presenti disposizioni che rendono obbligatoria la redazione del bilancio sociale per le cooperative sociali.
L’Emilia-Romagna, con la Legge Regionale n. 12 del 2014, si è espressa a favore della rendicontazione sociale e l’obbligatorietà di redazione del Bilancio Sociale per le coop. sociali diventa cogente dall’esercizio 2016 quindi con presentazione della relativa documentazione nel 2017.
Perché il bilancio sociale deve essere visto come uno strumento utile alla cooperativa sociale e non semplicemente come un semplice adempimento legislativo?
Il bilancio sociale diventa il mezzo per misurare e permettere la valutazione della performance in termini di:
- vantaggio dei soci;
- rispetto dei princìpi cooperativistici;
- utilità sociale per la collettività, anche attraverso comportamenti socio-ambientali responsabili.
Le motivazioni di un bilancio sociale sono da ricercare proprio nelle caratteristiche intrinseche alla forma cooperativistica che richiede un sistema informativo in grado di:
- Coordinare i fini mutualistici, solidaristici, sociali con il vincolo economico-finanziario.
Le cooperative si qualificano come sistemi volti alla produzione di benefici nei confronti dei soci e della collettività mentre l’equilibrio economico e finanziario costituisce una condizione necessaria a garantirne la sopravvivenza, la continuità e lo sviluppo. L’utilizzo di misuratori di efficacia ed efficienza tipici del mondo for profit non è idoneo poiché si rendono necessarie una comunicazione trasparente della mission istituzionale e l’individuazione di specifici indicatori;
- Qualificare e quantificare il livello raggiunto dei fini, definendone l’incidenza anche in termini di patrimonializzazione, solvibilità ed economicità.
E’ necessaria una trasparente comunicazione della tipologia dei prodotti e dei servizi proposti e prestati a tutti gli stakeholder della cooperativa. Per quanto riguarda i servizi offerti ci si trova spesso di fronte, infatti, al disagio sociale degli utenti, bisognosi di tutela di qualità proprio a causa della loro fragilità.
- Permettere ai terzi e agli organi di gestione interni una corretta valutazione delle performances dell’organizzazione.
Il sistema dei finanziamenti dipende anche dagli apporti dei soci e dalle interrelazioni che la cooperativa ha con enti esterni come la pubblica amministrazione. La figura dell’utente non corrisponde spesso a quella del cliente, rappresentata in certi casi dalla pubblica amministrazione. Una relazione di collaborazione o accreditamento dunque richiede una continua verifica dell’allineamento tra modalità effettive di svolgimento delle attività e gli obiettivi programmati. E’ richiesta una trasparente coerenza tra acquisizione delle fonti e le prassi di utilizzo.
articolo ben fatto, chiaro ed esaustivo. Complimenti.
Grazie Manuela per i complimenti e per il tuo interesse verso il nostro blog!