Oggi l’Europa si esprime verso una maggiore trasparenza, riconoscendo l’importanza di comunicare, per le imprese, informazioni inerenti gli aspetti sociali ed ambientali, unitamente a quanto già prodotto per la dimensione economica.
Accrescere la fiducia degli investitori e dei consumatori, migliorando l’efficacia dell’attuale regime di trasparenza, sono alcuni degli obiettivi che questo approccio intende soddisfare.
Il 29 settembre p.v., il Consiglio Europeo ha approvato la proposta di Direttiva sulla rendicontazione delle informazioni non finanziare, precedentemente approvata in seduta plenaria dal Parlamento Europeo il 15 aprile.
Al bilancio annuale occorrerà quindi allegare una dichiarazione non-finanziaria, anche in forma di vero e proprio report e Bilancio Sociale, contenente almeno le informazioni sociali e ambientali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la corruzione attiva e passiva. Sarà quindi opportuno descriverne le politiche applicate in materia ed i risultati conseguiti.
Le imprese obbligate a pubblicare tali informazioni sono quelle con più di 500 dipendenti; le grandi imprese, ovvero con un bilancio di almeno 20.000.000 o un fatturato netto di 40.000.000 euro; gli enti di interesse pubblico, in particolare: le aziende quotate, gli istituti di credito, le assicurazioni.
Si stima che la Direttiva riguarderà circa 6.000 imprese in Europa e oltre 400 imprese a livello nazionale.
La Direttiva dovrebbe indurre un maggior livello di trasparenza e di accountability per alcune grandi imprese. È comunque da leggersi come un passo avanti, specie per gli organismi internazionali che da diverso tempo si impegnano affinché anche le politiche sociali ed ambientali siano oggetto di rendicontazione.
È tempo di misurare gli impatti sociali ed ambientali!
Oggi sicuramente la maggioranza delle imprese all’avanguardia sono dotate del Bilancio Sociale.
Sarà importante definire chi ne controllerà e supervisionerà l’applicazione. Gli Stati Membri al momento di recepire la Direttiva potranno prevedere la verifica da parte di un ente terzo.
Quali sono i prossimi passi?
Entro due anni dall’adozione della Direttiva, gli Stati Membri dovranno recepirne i contenuti nella legislazione nazionale, e la Commissione Europea sarà chiamata a pubblicare una guida non vincolante, contenente le indicazioni circa la rendicontazione per cui verranno consultati diversi stakeholder.